Il progetto El silencio es salud nasce nel novembre 2009 dall’idea di mettere in scena alcuni testi di Teatro Abierto argentino.
Il ciclo del “Teatro Abierto 1981” è composto da una serie di 21 opere teatrali brevi – scritte da autori argentini nel periodo del regime di Videla (dittatore dal 1976 al 1981) e nate più o meno clandestinamente in cantine e spazi non convenzionali per poi approdare ai circuiti teatrali ufficiali – che raccontavano il regime, la repressione e la guerra in modo metaforico e poetico, così da non essere soggette a censura (“el silencio es salud” è appunto uno degli slogan del regime).
Inizialmente, l’obiettivo principale del Teatro Abierto era dimostrare l’esistenza di un teatro argentino vivo e di qualità, sotto l’espressione vamos a demostrar que existimos. Questo obiettivo mutò ben presto, senza perdere d’occhio la domanda chiave d’origine, in un teatro di denuncia dell’attualità, ma anche una lotta per la libertà democratica e la ricerca di un’identità e una coscienza nazionale.
Teatro Abierto rappresentava il punto focale dell’importante tesi della libertà di parola, della libertà di potersi esprimere anche contro un contesto che non raccoglieva consensi. Rappresentava inoltre l’affermazione del teatro come manifestazione artistica collettiva, con lo scopo di riscattare l’identità dell teatro argentino, di riaffermare cioè un teatro autenticamente nazionale, con una voce e un linguaggio propri, una tematica adeguata al contesto.
Come primo passo, sono stati selezionati tre testi da mettere in scena. Abbiamo scelto tre testi significativi che trattano il tema in modo differente: Decir si, di Griselda Gambaro, è un dialogo comico-grottesco che parla di rapporti di potere; Tercero Includido, di Eduardo Pavlovsky, vede come protagonista una coppia intrappolata nella paranoia di un nemico che non arriva; Criatura, di Eugenio Griffero, è il disperato monologo delirante di una gallina condannata a morte.
Si tratta di testi – tutti inediti in Italia – che parlano di guerra, censura e paura in modo metaforico e rappresentano un capolavoro e un patrimonio letterario e teatrale ancora sconosciuto fuori dall’Argentina e, in particolare, nel nostro Paese.
Un altro punto di estremo interesse è la possibilità di ampliare lo spettacolo, sviluppando scenicamente anche altri dei 21 testi del ciclo, fino a creare una sorta di repertorio, sfruttabile in varie modalità (rassegne, microeventi, cicli di incontri, repliche differenziate, ecc).